Coppa d’Oro Appia Antica
Romanticismo di mistero e di avventura per 700 km. L’itinerario della manifestazione si snoderà lungo il percorso ROMA – CASERTA – BENEVENTO – POTENZA – MATERA – TARANTO – BRINDISI.
L’APPIA ANTICA ROMA – BRINDISI, vuole essere un viaggio nella storia della creatività artistica in un paese che per secoli ha primeggiato come grande laboratorio culturale, una piccola parte di un grande affresco dell’Italia più preziosa e amata, quella che riunisce in un insieme che non ha eguali nel mondo straordinari valori dell’arte, di cultura e d’ambiente.
Un’eredità difficile e smargiante fatta di archeologia, monumenti e collezioni che sono parte inscindibile della nostra identità.
Siamo pertanto noi tutti consapevoli di dover conservare e tramandare questo ingente patrimonio alle generazioni future, con l’augurio di valorizzare sempre più questa autentica ricchezza che può produrre significativi ritorni sociali ed economici.
E’ con questo spirito che abbiamo intrapreso questa avventura, attratti da tutto ciò che è bello e con l’incessante voglia di scoprire e far conoscere agli altri le nostre ricchezze.
LA STORIA
Percorso di sport e cultura
A valorizzare la città di Brindisi, facendola entrare nell’alveo della civiltà imperiale, furono i romani che la resero famosa elevandola al rango di “ Provincia Romana”. Gli imperatori che sostarono nella città adriatica vollero quasi firmare i loro passaggi con l’edificazione di imponenti costruzioni: le terme, l’acquedotto, la via Appia (Regina Viarum), le celeberrime Colonne, originali baluardi quasi a confine tra la terraferma e l’acqua, tra la terraferma e il mare. L’imperatore Appio Claudio, detto “Cieco”, inizi a costruire la via Appia nel 312 a.C. per edificarla furono impiegati dai 120 ai 150 anni. I lavori terminarono tra il 190 e il 160 a.C. La Via Appia, detta “ Regina Viarum”, perche bella, larga e trafficata richiese molto impegno nell’andamento lavorativo, poiché per lastricarla fu necessario superare notevoli difficoltà. Si giungeva da Roma a Brindisi attraverso il seguente itinerario: Roma, Pomezia, Terracina, Itri, Formia, Capua, Benevento, Venosa, Altamura, Massafra, Francavilla, Mesagne, Brindisi, percorso che talvolta, secondo quelle che potevano essere necessità particolari, veniva variato passando per altri centri che poco si discostavano da quelli del tragitto ufficiale. La via Appia fu più volte restaurata, rispettivamente, dagli imperatori: Vespasiano, Marco Aurelio, Antonino, Caracalla e Cocceio Nerva. La “ Regina Viarum” rendeva onore all’importanza della città di Brindisi che i romani consideravano punto di snodo indispensabile, per i loro traffici e per le loro conquiste. Al termine della via Appia furono edificate le Colonne, erette, si pu dire sul mare, dal I sec. a.C. al III sec. d.C., periodo in cui i romani valorizzarono il Municipio brindisino, utilizzando ampiamente il porto della città e i suoi arsenali, dove si costruivano e si riparavano intere flotte.
Tuttavia, le vicissitudini non mancano mai, cos sappiamo che il 20 novembre 1528, mentre Sindaco di Brindisi era Domenico Casignano, una delle due colonne, senza apparenti e riscontrabili motivi, rovin gravemente al suolo. I rocchi rimasero sparsi e incustoditi per oltre un secolo, finché per una storia legata ad un ipotetico miracolo, quei rocchi andarono a finire a Lecce relegati a sorreggere la statua bronzea del patrono Santo Oronzo. La storia di Brindisi, in tempi successivi, sub notevoli evoluzioni: ci furono decadenze e riscosse, fino a giungere al 1873, quando dopo un’accurata ispezione da parte dell’ammiraglio inglese Tyler, rappresentante di Governo del Regno Unito, fu stipulata una convenzione tra il Governo italiano e la “ Peninsular and Oriental Steam Navigation Company” che in quello stesso anno gest i collegamenti tra Brindisi e l’Egitto. Era questa una linea mista: marittima e ferroviaria, per il trasporto di posta, passeggeri e merci tra l’Inghilterra e le Indie Orientali, per Londra e Bombay e stabiliva che la“ Valigia delle Indie”, con le sue navi, dovesse sostare per due volte al mese nelle acque di Brindisi, attraccata ai moli del suo porto. Complice la continua, insistente e pretestuosa campagna denigratoria della Francia verso Brindisi, Francia che ambiva ad ottenere il porto di Marsiglia quale scalo quindicinale della “ Valigia” ed un disastroso deragliamento avvenuto in località “Cillarese”, la “ Peninsulare” pose fine ai suoi scali brindisini in data 15 agosto 1914. Si spegneva cos quell’alone di romanticismo, di mistero e di avventura, ma anche di grandi soddisfazioni economiche che aveva avvolto il viaggio da Lontra a Bombay, transitando per Brindisi. La costruzione del “Grande Albergo Internazionale”, avviata nel 1869, in previsione della sosta dei passeggeri della “ Valigia delle Indie”, è tuttora la testimonianza visiva di quel periodo storico straordinariamente intenso.
Prof. Antonio Caputo